(Mercury, 1992)
“Sono io, quello di È qui la festa, quello con il cappellino, quello senza la testa” (da Il Rap): rivendicando innanzitutto il proprio nome di battesimo, poi il ruolo di balia per la diffusione dell’hip-hop nella penisola, si presenta con uno dei più grandi dischi italiani di sempre. Sempre coinvolgente, sia quando si fa portavoce delle ansie dei suoi coetanei (Ho Perso La Direzione, Sai Qual È Il Problema, Benvenuti Nella Giungla) che quando cerca il divertimento (Ragazzo Fortunato, Non Mi Annoio) o confeziona ballate assolutamente solari (Puttane E Spose, Chissà Se Stai Dormendo). È in un momento creativo irripetibile, capace di risintonizzarsi con il suo pubblico che é cresciuto ma anche con le nuove generazioni e persino coloro che lo detestavano, colpiti dalla facilità comunicativa e dalla ricchezza di spunti intelligenti dei testi.
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