(Wild Bunch/Circa, 1998)
Un album paranoico, atmosfere buie e dietro, un lavoro minuzioso e quasi ossessivo. C’è macchinosità dietro questo disco, ci sono una serie di cambi e mutamenti di ogni singola nota studiati e ristudiati del dettaglio. Era facile trasformare l’album in un prodotto freddo e totalmente computerizzato ma la genialità dei Massive Attack viene a galla proprio ora: questa ricerca ossessiva della perfezione non dà freddezza al lavoro ma al contrario lo trasforma in un perfetto insieme di tracce drammaticamente emozionanti e angoscianti. Come Angel, Teardrop, Man Next Door. Due le premesse da fare: il disco sfrutta le capacità creative dell’elettronica ma non ne sposa la generalizzata filosofia dance; il disco non ha nulla di happy né tantomeno di pop. Una volta fatti propri questi due concetti si può passare ad ascoltare e riascoltare Mezzanine, perché ogni volta, ad ogni nuovo ascolto, fornisce nuove tormentate emozioni.
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