(Arista, 1975)
La “Poetessa del Rock” piomba come un fulmine sulla scena musicale americana: manca ancora qualche anno all’arrivo del punk ma Patti Smith ne anticipa molta della filosofia e sarà universalmente riconosciuta tra le figure ispiratrici. Il suo esordio si sistema subito tra i dieci grandi dischi della storia del rock: colpisce lo stile, tutt’altro che convenzionale, e le composizioni, nella forma di poesie recitate più che canzoni. Una band formidabile, la produzione di John Cale, l’ispirazione che va a Rimbaud e Jim Morrison, una voce amelodica ma ammaliante, le forti interpretazioni di Gloria, Birdland, Land, lo rendono uno dei pochi indiscussi testi base di tutta la musica giovane.